Natale si avvicina e per la prima volta da anni mi trovo senza i regali già pronti. Di solito li acquisto durante i viaggi o le vacanze camminando senza meta e senza fretta in luoghi spesso sconosciuti o molto amati (come a Venezia, la sublime città della Laguna).
Ad essere onesti qualche piccolo dono ci sarebbe: un ciondolo che riflette i colori dell’Andalusia per un’amica che da qualche mese sta combattendo, con il sorriso e le conoscenze della scienza, un male importante; un’agenda-diario per mio papà dove serbare memoria delle radici della famiglia e da lasciare in futuro al nipote quattordicenne. Per quest’ultimo ho adocchiato e acquistato durante l’estate un curioso oggetto di design con la funzione di lampada da comodino. L’adolescente è sportivo e distratto da troppa tecnologia, ma la sera a letto legge ancora, sfogliando pagine di… carta! Per lui dovrò aggiungere un accessorio di abbigliamento e dovrò richiedere un fido bancario, per non essere bollata come zia insensibili alle sue richieste…
Sono poi solo da impacchettare i due volumi di enigmistica giocosa con cui coinvolgere la memoria a breve termine della mia mamma, memoria che ha cominciato a manifestare un vivo e precoce interesse per il letargo invernale; una generosa scorta di porridge di avena francese e di marmellata di arancia candita per l’amica sorella che ha, come me, un ritmo lavorativo da multinazionale. Il porridge, come ha scoperto, le permette di ridurre l’assunzione di caffè arrivando a pranzo con un contenuto di caffeina nel sangue nettamente inferiore a quello dei suoi globuli bianchi… Un golf di lana, vera (fateci caso, è molto più facile trovare nei negozi tavolette di cioccolato con il 95% di cacao che un golf con il 95% di lana) per il mio arzillo e meraviglioso suocero ottantottenne.
E per tutti gli altri? Come evitare regali scontati e comprati all’ultimo minuto che rivelano più l’emergenza che il piacere di donare? Quest’anno mi sa che mi orienterò sulle mie grandi passioni: i libri e il cibo come coccola (con un occhio alla qualità delle materie prime e non solo al gusto), affinché le persone a cui tengo si prendano buona cura di sé. Due libri che mi sento di suggerire, sia ai genitori che ai docenti, sono i mini gialli della Grammatica appena pubblicati dall’editrice Erickson. Non solo perché capaci di attivare la parte intuitiva e razionale del cervello dei bambini attraverso il ritorno a carta e matita (“cura” efficace anche per le scorpacciate tecnologiche che rischiano di fare durante le vacanze), ma perché favoriscono l’immersione nel regno incantato che è la lingua degli italiani. Divertenti giochi enigmistici permetteranno ai bambini di venire a capo di un giallo in cui ci sono ben 6 sospettati e 1 solo (forse) colpevole…
Due libri gioco coinvolgenti da mettere sotto l’albero e da portare in viaggio (in auto, in treno), ma anche da tenere accanto al letto sul comodino… Buon Natale a tutti!