Ancora niente?
Cura, pazienza e fiducia per fiorire e far fiorire
di Stefania Bianchi
Al termine dei mesi estivi e delle vacanze, ecco affacciarsi Settembre con i suoi ritmi e le sue richieste e spesso anche ricolmo del carico delle nostre aspettative, dei nostri propositi dei nostri obiettivi. Alla luce di ciò, quanto cura, pazienza e fiducia pensiamo di dedicare alla nostra quotidianità e alle nostre relazioni?
Cito il vocabolario per partire dalle origini, dal nostro linguaggio e dai suoi significati per definire e creare chiarezza, le radici sicure da cui poter poi spaziare e librarsi con le nostre riflessioni. Il Treccani indica la “cura” come “interessamento solerte e premuroso per un oggetto, che impegna sia il nostro animo sia la nostra attività”, la “fiducia” come “atteggiamento, verso altri o verso sé stessi, che risulta da una valutazione positiva di fatti, circostanze, relazioni, per cui si confida nelle altrui o proprie possibilità, e che generalmente produce un sentimento di sicurezza e tranquillità” e la “pazienza” come quella “disposizione d’animo, abituale o attuale (..) ad accettare e sopportare con tranquillità, moderazione, rassegnazione, senza reagire violentemente, il dolore, il male, i disagi, le molestie altrui, le contrarietà della vita in genere”.
Quando penso a questi tre termini, ricorro al mondo dell’immaginario e del simbolico e mi appaiono le immagini di un testo Ancora Niente? di Christian Voltz. Si tratta di un albo illustrato che racconta di un contadino intento ad interrare un semino con cura, pazienza e fiducia. Almeno all’inizio. Il tempo passa e il semino non germoglia, già perché per crescere il seme ha bisogno di TEMPO, di un suo tempo che non corrisponde però alle aspettative del contadino e così l’uomo inizialmente fiducioso e pieno di cura comincia a spazientirsi finchè decide di abbandonare la sua creatura….Creatura che germoglierà naturalmente facendo felici altri personaggi.
Come il contadino spesso tendiamo a pensare, immaginare e pianificare l’evoluzione degli eventi, delle relazioni o dei nostri obiettivi senza considerare il contesto in cui essi avvengono, alimentando invece aspettative poco aderenti alla realtà e alle reali possibilità. Questo atteggiamento rischia solo di sviluppare illusioni destinate a creare frustrazione e delusione in noi ma anche nelle persone accanto. Si, anche nelle persone accanto a noi.. verso le quali creiamo aspettative, per le quali immaginiamo e pianifichiamo eventi senza prendere in considerazione i loro tempi e bisogni..
Pensiamo ad esempio a come ci poniamo con i figli, gli alunni, i bambini/ragazzi di cui ci occupiamo quotidianamente. Settembre è il mese del rientro scolastico, cosa ci aspettiamo da loro? Quali risultati attendiamo? Può capitare di dare più valore ai bei voti e/o ai comportamenti adeguati, dimenticando il tempo che ciascuno di loro necessita per far germogliare le proprie capacità e risorse, perdendo magari consapevolezza dei loro passaggi di crescita.?
Invece di comportarci come il contadino che aspetta solo di godere del fiore che sboccerà dal semino, prendiamoci cura del PROCESSO, assaporiamo l’attesa e i vari passaggi di crescita, poniamoci in un’ottica di cura e fiducia al fine di poter veramente sentirci soddisfatti e gratificati.. di noi stessi, delle persone attorno a noi e degli esiti delle nostre piccole e grandi attività!

bty