Viaggio nella grammatica fantastica

Progetto Diderot, Viaggio nella Grammatica Fantastica, edizione 2021-2022

Viaggio nelle Grammatiche Fantastiche

a cura di Rossana Colli

Ci sono tante grammatiche quanti sono i grammatici, e anche di più.(…)

Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia

I laboratori in presenza, dopo due anni di pandemia e di didattica a distanza, ci hanno riservato molte sorprese.

Sono molte le classi multilingui che presentano un numero di alunni non italofoni superiore al 30%, per cui la lingua italiana non è la lingua madre. Nella classe 4 B della scuola Don Milani di Torino, per es., i bambini italiani si contano sulle dita di una mano.

Seduti a semicerchio ben distanziati tra loro, con buona parte del volto nascosto dalle mascherine ma con gli occhi vispi e ridenti, i bambini osservano incuriositi il carosello di immagini e parole che andiamo a fissare alla lavagna.

Accanto alla scritta ‘Benvenuti nel Regno del Linguaggio!’ compare la bandiera della pace e l’immagine, disegnata da me, di  una porta.  Li invito ad osservarla.

La porta di accesso al Regno attira la loro attenzione perché è decorata e sembra ‘vecchia’: ‘E’ antica’– interviene Paolo, uno dei bambini italiani e aggiunge- ‘come la lingua italiana’.

Semyom e Maxim (il primo russo, il secondo ucraino) hanno alzato la mano. Li chiamo. Semyom si confronta con Maxim e poi esclama, in un italiano perfetto:

Questa porta non ha la maniglia né la serratura”.

Domando: -‘Come si farà ad entrare?’

Ora sono le bambine che prendono la parola. Aysha afferma convinta: “Ci vuole una formula magica”.

 “Sì, sì”- le fa eco Ana-” come “Apriti Sesamo!”

Apriti porta magica!’- dice Estella, battendo le mani.

Chiedo ai bambini di rivolgersi alla porta con la formula magica proposta da Estella, ripetuta però nelle loro lingue madri.

Dietro a quelle tre parole ci sono bambini e bambini che sperimentano la bellezza di pratiche comunicative che rendono la lingua ‘viva’, giocosa, interessante.

 

In queste classi con alunni pluriculturali e plurilingue si chiarisce sempre meglio come potrebbe emanciparsi anche il modo di fare riflessione linguistica, attraverso una grammatica’ vivente’ che si co-costruisce insieme interrogando i testi e/o le immagini.

Inoltre i bambini neo-arrivati in Italia, in assenza di un mediatore culturale adulto,  possono contare sul prezioso aiuto di bambini/e della loro classe o di altre classi che parlano la stessa lingua madre. Ciascun apprendente è anche mediatore e può appoggiarsi sulla lingua che conosce per comprendere un’immagine o un testo.

 

La formula magica utilizzata per entrare nel regno del Linguaggio diventa in questo caso un lasciapassare che ci permette di esplorare, con il corpo e con la voce, il testo della famosa Favola di Esopo, Il vento e il Sole.

La favola viene raccontata una prima volta, avendo cura di sottolineare con la voce  tutti i verbi presenti.

Verbi come ‘disputare, irraggiare, dardeggiare e avviluppare’ sono perlopiù sconosciuti ai bambini e rappresentano un ottimo stimolo per lavorare insieme alla ricerca di significati possibili.  

Chiedo al gruppo chi vuole impersonare il vento e chi il sole e tutti i bambini aderiscono con entusiasmo.

Attraverso gesti e movimenti  scegliamo con cura le azioni che caratterizzeranno il vento (un soffiare leggero e poi forte, impetuoso, rappresentato dalla voce e dal movimento delle braccia e delle mani) e il sole ( un irraggiare e poi un dardeggiare rappresentati dai movimenti delle braccia e delle dita delle mani).

Una volta definite le azioni, due bambini si propongono di ‘disputare’ tra di loro, per decidere chi tra i due sia il più forte .

L’obiettivo è utilizzare i gesti del sole e del vento, senza mai toccarsi, per discutere animatamente.

I gesti/movimenti sono ottimi mediatori per arrivare ad una comprensione efficace e duratura.

 

Nei nostri laboratori cominciamo dalla semantica e non dalla sintassi, dalla narrazione e non dall’analisi del testo. Le parti grammaticali emergono naturalmente attraverso le diverse attività proposte.

Il nostro approccio punta alla costruzione di senso e significato; a un approccio al testo che evidenzi risonanze ed emozioni, favorendo sia un’alfabetizzazione emotiva che una comprensione più profonda dei messaggi.

Non tutti  gli insegnanti con cui veniamo in contatto nei laboratori conoscono e praticano la nostra idea di lingua e di educazione linguistica, ma il fatto che chiedano più laboratori o tempi più lunghi ci sembra un ottimo punto di partenza.