8358 GRAZIE!

Viaggio
nel Regno
del Linguaggio
Linea 8
del Progetto Diderot della Fondazione CRT

8358 GRAZIE!

Viaggio
nel Regno
del Linguaggio
Linea 8
del Progetto Diderot della Fondazione CRT

8358 grazie

Esauriti in meno di un’ora, nel corso del click day del 18 ottobre 2023, i 66.000 posti gratuiti messi a disposizione del progetto Diderot della Fondazione CRT per gli studenti delle scuole primarie e secondarie del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Alla nostra linea didattica, ‘Viaggio nel Regno del Linguaggio’ pensata per 4500 studenti, i docenti hanno iscritto 8358 alunni di scuola primaria e del primo anno della secondaria di primo grado!

Viaggio nel Regno del Linguaggio prevede

dei laboratori didattici in presenza, basati su un’ idea di lingua viva e una didattica attiva

che utilizza un approccio artistico-immaginativo, la narrazione e il Teatro per stimolare negli alunni un coinvolgimento emotivo-affettivo nei confronti dell’apprendimento linguistico.
In questo modo ogni nuova conoscenza lessicale, ortografica e grammaticale diventa una piacevole scoperta dove l’errore è visto come un’opportunità e una risorsa.
Nel Regno del Linguaggio l’ascolto e il parlato hanno una grande importanza perché permettono di costruire insieme agli alunni i significati e dischiudono alla possibilità di comprendere bene i testi.

Perché oggi più che in passato è utile portare questo approccio nelle scuole?

Nelle classi di Piemonte e Valle d’Aosta circa il 30% dei bambini è non italofono e parla una lingua madre diversa dall’italiano. Usare nell’insegnamento una pluralità di linguaggi universali, verbali e non verbali come il teatro, l’arte e il movimento vuol dire mettere al centro la corporeità così da facilitare l’apprendimento e la creazione di un ambiente gioioso, cooperativo e inclusivo.
L’allegria, come ricorda la dott.ssa Daniela Lucangeli, è capace di fare la differenza. Determina una stabilizzazione in memoria 200 volte più efficace rispetto a quella che si manifesta con le emozioni antagoniste(…). In un mondo sempre più multiculturale e complesso, creare avamposti di gioia all’interno della scuola diventa essenziale. Se priviamo i bambini della fantasia li priviamo della magia e della leggerezza della vita. (…)”. E’ importante che la scuola non sia solo un luogo in cui imparare l’italiano, la storia e la matematica ma anche

l’allegria, l’autostima e il benessere emotivo”.

Progetto Diderot

Il Progetto Diderot offre agli studenti di tutti gli Istituti di istruzione primaria e secondaria di I e II grado del Piemonte e della Valle d’Aosta l’opportunità di approfondire le materie tradizionali con metodologie innovative e di avvicinarsi a discipline che esulano dallo stretto ambito curriculare: dall’arte alla matematica, dall’economia al computing, dagli stili di vita alla prevenzione delle dipendenze, dall’inglese all’arte contemporanea.

L’obiettivo del Progetto Diderot – che negli anni ha formato oltre 1,4 milioni di studenti – è quello di potenziare la didattica di base offerta dalle scuole diffondendo i valori fondanti la società civile e si articola in lezioni, corsi, attività e visite didattiche, la cui partecipazione è gratuita per tutte le scuole (escluso il costo di eventuali trasporti).

Il progetto Diderot della Fondazione CRT continua nell’anno scolastico  2023-24 confermando contenuti e modalità operative, in modo da permettere alle scuole di proseguire con i percorsi formativi consolidati nel tempo. Tutti gli enti che realizzeranno i progetti in partnership con Fondazione CRT hanno ideato iniziative didattiche da svolgersi in presenza e con la guida dei divulgatori scientifici e culturali che condurranno le attività.

Esperienza

Verso un’alfabetizzazione emotiva: l’esperienza di Lewa nel Regno del Linguaggio

Lewa (nome di fantasia) è una bambina africana di 7 anni e mezzo, dall’aspetto curato, che comprende e parla la lingua italiana. Quando a lei e ai suoi compagni viene chiesto di cercare, all’interno della parola Regno, un nome formato da due sole lettere, una sillaba, che brilla, luccica, sono pochi i bambini che ‘vedono’ affiorare la parola RE.

Un suo compagno nel Regno ri-trova le iniziali del nome dell’amico Reda, seduto accanto a lui, qualcun altro un regalo o una regina. Ora è il turno di Lewa che, timidamente, mi viene a sussurrare in un orecchio la sua parola: SOLA.

Le chiedo di scriverla alla lavagna, per essere sicura di aver compreso bene.
SOLA campeggia al centro delle parole trovate, con una gravità che richiede un approfondimento.

“Chi si sente sola?”- le domando

“Io”- mi risponde con l’aria seria.

Chiedo ai bambini riuniti in cerchio chi desidera sedersi accanto a lei e Alice si sbraccia dal lato opposto dell’aula, dicendomi che è sua amica.

Le faccio sedere vicine e durante tutte le attività mi assicuro che possano lavorare insieme.

Alice è una bambina italiana dal carattere allegro e il suo entusiasmo, un po’ alla volta, quasi per osmosi, si riflette su Lewa che accenna un sorriso.

Nella seconda parte del laboratorio propongo ai bambini, prima di raccontare la storia di Mago Inverno di trovare tante parole che contengano i suoni MB e MP, protagonisti della drammatizzazione.

Parole come campana, bambola, pompiere, lampada, si accostano improvvisamente alla parola ‘imbranato’ di cui nessuno conosce il significato… Non sapendo se questo nome è stato utilizzato nei confronti di colui che l’ha suggerito mi limito a riportarlo alla lavagna.

Lewa rimane silenziosa e in ascolto per tutta l’attività. Solo alla fine alza la mano e in un soffio di voce pronuncia una parola misteriosa: “MBAYO3” che poi riporta con cura alla lavagna.

L’ MB iniziale chiarisce subito che Lewa ha compreso bene il gioco, a differenza di qualche compagno italiano ancora convinto che Comignolo e Babbo Natale facciano parte della stessa famiglia.  Trascrivo anche queste due parole alla lavagna, in stampatello maiuscolo, in modo che dall’immagine-parola i bambini possano vedere che cosa manca e autocorreggersi.

Riprendo quindi la parola ‘magica ‘MBAYO’ e chiedo a Lewa se sa cosa vuol dire in italiano.

E’ a quel punto che interviene la maestra di classe per comunicarmi che è il cognome della bambina.

Mi abbasso alla sua altezza. per guardarla bene negli occhi e poi le dico:

Lewa Mbayo tu appartieni davvero al Regno del Linguaggio!’

E, per suggellare questa appartenenza, una volta raccontata la storia, le dono un simbolo potente da parte di Mago Inverno: una  delle sue piume-fiocchi di neve!

Quale ritmo di apprendimento, in classe, risponde meglio alle richieste profonde dei bambini1?

Una scuola che corre e si muove in modo rettilineo, da A a B e da B a C, per intenderci, chi e cosa si porta dietro?

Una scuola che ‘accelera’ è davvero in grado di porre ascolto ai bisogni e alle aspirazioni profonde di bambini e bambine e di ragazzini e ragazzine?

 

Facciamo queste domande in quanto capita ed è capitato, all’interno dei laboratori che ProXXIma tiene nelle scuole primarie, proprio come raccontato nell’esperienza riportata all’interno di questo testo e sebbene decisamente meno sovente rispetto alle espressioni gioiose ed entusiaste che emergono di solito dagli alunni, che qualche bambino porti all’attenzione dell’adulto una parola, grave e complessa, come sola, imbranato, ignorato e incapace.

Parole che rivelano emozioni presenti nel “terreno-classe” e che per le più svariate ragioni non sono ancora  affiorate o, se hanno provato ad affacciarsi, sono state lasciate cadere e dimenticate.

Eppure a volte basta davvero poco, uno sguardo diverso (lo sguardo è la prima grande forma di ascolto) da parte di uno degli insegnanti di classe per permettere ad emozioni e sentimenti di far capolino e trovare una via di espressione. Altre volte, invece, capita che il terreno riceva il giusto irraggiamento o sia irrorato dall’arrivo di un esperto esterno che, attraverso attività curricolari portate con un approccio diverso, magari più immaginativo e artistico, crea un cerchio magico, uno spazio protetto,  in cui i bambini si sentono liberi di esprimersi con autenticità.

 

Se curare il terreno-classe, e quindi le emozioni che si muovono al suo interno, è essenziale per l’apprendimento, come  ci ricordano anche le neuroscienze,  cosa potremmo fare come adulti per porre una maggiore attenzione al terreno/contesto in cui operiamo o andiamo ad operare? 

In primis: non avere fretta.

Darsi il tempo di conoscere il terreno per scegliere poi come procedere.2

Darsi il tempo significa anche un’altra cosa: riprendere e ampliare quanto spontaneamente affiora dai bambini, non solo a livello di emozioni, ma anche di saperi.  E contemporaneamente offrire loro e offrirsi spazi di riflessione per pensare/ripensare cosa è davvero importante perseguire.

Porre attenzione all’aspetto linguistico e a come “portarlo” in classe diventa determinante e non solo perché comprendere un testo facilita l’apprendimento di qualsiasi disciplina, ma proprio perché con il logos veicoliamo pensieri ed emozioni. E a sei, sette, otto anni porre le basi di un apprendimento linguistico efficace è decisamente importante. Sempre, però, con la consapevolezza che, come scriveva la Montessori:- Non esiste un metodo, esiste la ..vita!

La Fondazione CRT

Da oltre trent’anni motore di crescita e innovazione per il territorio Nata nel 1991, la Fondazione CRT è la terza Fondazione di origine bancaria italiana per entità del patrimonio. Ha erogato complessivamente più di 2 miliardi di euro per oltre 41.000 progetti per l’arte, la ricerca, la formazione, il welfare, l’ambiente, l’innovazione nel Nord Ovest in una dimensione nazionale e internazionale. La Fondazione sperimenta anche interventi nella logica della venture philanthropy e dell’impact investing, per un impatto sociale e ambientale. Uno dei principali esempi a livello europeo è l’operazione di rigenerazione urbana delle OGR Torino, le ex Officine Grandi Riparazioni dei treni, riqualificate dalla Fondazione CRT e riconvertite, con un investimento di oltre 100 milioni di euro, in un innovativo centro internazionale per l’arte e la cultura, la ricerca scientifica, tecnologica e industriale, il food. La Fondazione CRT è inoltre attiva nelle principali reti internazionali della filantropia come EVPA (European Venture Philanthropy Association) e Philea (Philanthropy Europe Association), che raggruppa oltre 10mila fondazioni ed enti filantropici europei e statunitensi. Collabora inoltre con le Nazioni Unite e altre organizzazioni su scala globale, tra cui Rockefeller Philanthropy Advisors, per rafforzare l’integrazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nei propri interventi. www.fondazionecrt.it

Dicono di noi

Sottolineo la professionalità dell’animatrice e la sua capacità di coinvolgere i ragazzi nelle attività proposte.

Maestra Tiziana Cout

Primaria di Donnas, Aosta

Molto interessante il connubio musicale/esperienziale per l’approccio al linguaggio

Maestra Chiara Ferrari

Grugliasco, Torino

L’attività è stata molto inclusiva e coinvolgente e mi ha permesso di scoprire alcuni miei alunni

Prof.ssa Sara Teagno

Scuola Secondaria di Primo Grado, Pont Saint Martin, Aosta

Tutto molto soft, delicato, prezioso.

Maestre Murru e Butticè

Scuola primaria D'Azeglio, Torino

Ho trovato meravigliosa e suggestiva l’atmosfera creata con voce, strumenti e fiaba e commovente la riflessione sui ‘Regni’ delle Lingue e sulla loro importanza

Maestre Giordano e Bianco

Plesso di Roccavione, Cuneo

È stata la ‘magia delle parole’. La divulgatrice  ha  utilizzato il linguaggio delle parole e del corpo per dialogare, inventare ascoltare, raccontare e  sviluppare insieme ai bambini una serie di stimoli legati all’ascolto e al parlato, alla riflessione linguistica e alla gioia di esprimere e comunicare, con spontaneità, le proprie emozioni.

Maestra Anna Maria Vassia

Primaria Collodi, Rondissone, Torino

1Il termine richiesta è qui utilizzato nella sua accezione di “aspirazione profonda”

2Se il terreno è particolarmente secco, ovvero se il pensiero immaginativo dei bambini è già stato messo sotto attacco da  un uso smodato della tecnologia potrebbe essere utile introdurre attività artistiche e di movimento, per scaldarlo e renderlo fluido. Se è particolarmente umido, in seguito a traumi o piccole  paure e tristezze presenti nel campo, un irraggiamento accurato con fiabe e racconti ad hoc selezionati in base all’età dei bambini, potrebbe irrobustire lo stesso e  prepararlo alla semina.

3L’ultima lettera di questa parola è stata modificata per evitare il riconoscimento della bambina di cui si parla nell’articolo.