“…le fiabe si occupano di problemi umani universali, soprattutto di quelli che preoccupano il bambino, e quindi parlano al suo Io in boccio e ne incoraggiano lo sviluppo…Più ho cercato di capire perché queste storie riescano così bene ad arricchire la vita interiore del bambino, più mi sono reso conto che esse, in senso molto più profondo di quanto sia vero per qualsiasi altro materiale di lettura iniziano dal punto in cui il bambino realmente si trova nel suo essere psichico ed emotivo(…)”.
B. Bettelheim1
La fiaba La Signora Holle, qui di seguito presentata e tradotta magistralmente da Clara Bovero (traduttrice voluta da Italo Calvino per il libro Fratelli Grimm, Fiabe, pubblicato da Einaudi), racconta di una vedova con due figlie, una bella e laboriosa, l’altra brutta e pigra. Quest’ultima è però la preferita dalla madre, perché è la sua figlia vera, mentre all’altra tocca tutto il lavoro come alla Cenerentola di casa. L’incontro con i diversi Regni della Natura e con la Signora Holle in particolare, permetterà alla fanciulla bella e laboriosa di conquistarsi un gran tesoro. La matrigna cercherà allora di procurare la stessa ‘fortuna’ anche alla figlia brutta e pigra.
L’attività preparatoria
Gli alunni di terza aspettano seduti in cerchio, come a formare una corte. Tra le mani tengono il disegno realizzato nell’attività preparatoria svolta con la maestra: un paesaggio innevato dipinto utilizzando solo l’ azzurro, il blu e il verde scuro dei pastelli a cera. E’ così che, in punta di piedi, li accompagniamo ad entrare nell’atmosfera della fiaba. I bambini sorridono e chiedono che cosa faremo insieme. N., una bambina ucraina che parla bene l’italiano, dice che le è piaciuto molto disegnare la neve.
Alla ricerca del significato degli aggettivi
Prima di entrare nel vivo della narrazione, viene detto ai bambini che nella fiaba sono contenute alcune parole misteriose di cui è importane scoprire il significato; non si procederà però facendo leva solo sul pensiero, ma si partirà dal corpo per mettere in scena le parole misteriose e svelarne, grazie all’osservazione e all’intuizione, il contenuto semantico.
Sulla lavagna vengono trascritti gli aggettivi laboriosa e pigra e, subito dopo, gli/alle alunni/e che lo desiderano provano a camminare come persone ‘laboriose’. Dopo qualche minuto i bambini che evidentemente hanno attribuito altri significati e stanno camminando altre parole sono invitati, attraverso un contatto leggero sulla spalla da parte dell’adulto, a tornare a sedersi, mentre D. e M. vengono incoraggiati a continuare e a mostrare con calma le azioni che stanno svolgendo. M. si ferma di colpo e si mette a spazzare. Poi utilizza le mani riproducendo in modo accurato le azioni di cucire e ricamare. Contemporaneamente D. scrive su un immaginario blocchetto, quindi si avvicina ad un banco e comincia a stendere le braccia e a muovere le dita come se stesse impastando. E’ un attimo: 18 mani, tutte quelle dei compagni seduti, si sollevano all’unisono.
E’ evidente che hanno compreso cosa significa ‘essere persone laboriose’ e ora vogliono uscire a camminare come persone pigre. Se prima i piedi dei bambini si muovevano rapidi, leggeri e i loro gesti apparivano curati e sensati, ora i passi si fanno strascicati, pesanti, i movimenti piano piano rallentano e i gesti si fanno confusi.
E’, però, sul verbo ‘sprimacciare’ che l’attenzione dei bambini si accende.
Un alunno, G., dalla natura vivace, viene invitato a trasformarsi in un grande piumino invernale e lui, per tutta risposta unisce i piedi e distende le braccia. Il suo compagno V. si offre di sprimacciarlo per bene.
Se si fornisce ai bambini un’immagine vivida come quella di un piumino rimasto sei mesi chiuso in un armadio e che necessita di essere ben sprimacciato così da ridistribuire l’imbottitura un po’ dappertutto e in modo omogeneo all’interno della fodera, è più facile che l’immaginazione dei bambini si attivi.
Una compagna di G. procede delicatamente lungo le sue braccia facendogli dei piccoli massaggi. G-piumino ringrazia mentre altri bambini chiedono di uscire.
Ora G. viene strizzato, battuto e scosso con vigore con grande divertimento anche per lui.
E quando sulla lavagna compare la parola ‘spiumacciare’ -da cui sprimacciare deriva, appare chiaro come il significato di questo verbo non sia più un mistero per nessuno.
Un’atmosfera da…fiaba!
D., un bambino senegalese, collabora a stendere sul pavimento un telo bianco mentre S.suona lo zaphir, uno strumento cilindrico che contiene al suo interno una pietra trasparente.
Attraverso piccoli movimenti oscillanti e/o concentrici la pietra batte contro le pareti del cilindro sprigionando suoni magici e un’atmosfera fiabesca.
Accompagnati da questa melodia- che rende i bambini animicamente attivi seppur esteriormente silenziosi, si compiono gesti che richiamano antichi rituali- quali ad esempio l’accensione di una candela in cera d’api naturale che rimanda al focolare davanti al quale nelle giornate d’inverno le fiabe venivano raccontate, poi si dispongono sulla coltre di neve rappresentata dal telo bianco quattro oggetti della fiaba.
Il primo oggetto è una riproduzione in scala di una fontana vera, realizzata in pietra e legno accanto alla quale la bambina bella e laboriosa si metterà a filare; il secondo è la riproduzione in cartoncino e in scala della casa della Signora Holle, presso cui la fanciulla diligente entrerà a servizio; il terzo è una scatolina azzurra piena di piumette bianche che prenderanno il volo quando la bambina sprimaccerrà con cura il piumone della Signora Holle; il quarto è un portacandele di vetro a forma di corona che conterrà la candela accesa per tutta la durata della storia.
La preparazione della fiaba è altrettanto importante quanto la sua narrazione, perché accompagna i bambini e la classe a farsi silenzio e a prepararsi a varcare quell’oltre, tra mondo ordinario e magico, durante il quale si crea, e non solo nei bambini, una mobilità del cuore che permette a ciascuno di vivere e immedesimarsi con i personaggi della storia.
L’incanto di questa fiaba si può condensare tutto in un’immagine: quella delle piume-fiocchi che volano sopra alla casa della Signora Holle, mentre questa dice alla bambina diligente: ‘Non avere paura cara bambina. Devi solo badare a rifarmi bene il letto e a sprimacciarlo con cura così che le piume volino. Allora nevicherà sulla Terra.”
Con l’augurio che, sulle vette delle montagne, possa sempre esserci …neve!
Rossana Colli
1B. Bettelheim, Il mondo incantato, Feltrinelli